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| Bossi sulla crisi Roma-Tripoli "Gli immigrati li mandano loro" Berlusconi: "Avremo modo di chiarire con le autorità libiche e tranquillizzare la situazione"
ROMA - "Sono i libici che ci mandano gli immigrati". La dichiarazione del leader della Lega Umberto Bossi, rischia di acuire i contrasti già forti con Tripoli. Gheddafi ieri aveva detto che la Libia non intende più collaborare alle attività di protezione delle coste italiane dall'ondata di immigrati illegali dall'Africa. In precedenza il governo libico si era detto contrario all'ipotesi che il leghista Roberto Calderoli entrasse nel governo.
Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, stamani si era detto "fiducioso" sulla possibilità di relazioni normali con la Libia. "Avremo modo di chiarire con le autorità libiche e tranquillizzare la situazione", ha detto il premier, a margine del ricevimento per i 60 anni della fondazione di Israele.
Ma sulla questione immigrati, Umberto Bossi sembra non avere dubbi:"Sono loro che ce li mandano", ha detto il neo-ministro rispetto alle minacce di Tripoli di non proteggere più le coste dall'immigrazione clandestina. "Bisognerebbe mandarli indietro - ha aggiunto - quando li vedi con il satellite". In effetti, ha proseguito Bossi "tutti gli africani hanno diritto di essere cittadini libici, ma non se li possono tenere tutti e quindi li caricano sui barconi e ce li mandano". E ai cronisti che gli chiedevano se nelle parole di Gheddafi ci fosse a suo avviso una 'ritorsione' per la nomina di Calderoli ha replicato: "La lingua di Gheddafi è sempre stata lunga...".
Sulla vicenda è intervenuto in precedenza lo stesso ministro per la Semplificazione normativa: "Sono sinceramente rammaricato per le vittime degli scontri di Bengasi di qualche anno fa provocati da un'interpretazione non corretta - di cui rinnovo le scuse - di alcune mie dichiarazioni", ha dichiarato Roberto Calderoli anche a nome del governo italiano. "Le relazioni tra Libia e Italia sono improntate al reciproco rispetto - ha aggiunto Calderoli -. Sono certo che saranno sempre più costruttive e mi adopererò personalmente perché ciò avvenga".
Smorza i toni il ministro degli Esteri. Franco Frattini ha definito "un problema serio e giusto" quello posto dalla Libia. "Non è un'emergenza - ha sottolineato il titolare della Farnesina - la Libia vuole cooperare con noi ed è giusto che l'Europa anzitutto e l'Italia lavorino" con Tripoli. Quanto alle polemiche sulla presenza di Roberto Calderoli nel governo, Frattini ha ribadito: "Il presidente del Consiglio ha il diritto e il dovere di scegliere i suoi ministri, questo è un principio fondamentale della democrazia".
--------------------------------------------------------------- come inizio non è male...
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